Insidious - L'ultima chiave di Adam Robitel (2018)



USA 2018
Titolo Originale: Insidious: The Last Key
Regia: Adam Robitel
Sceneggiatura: Leigh Whannell
Cast: Lin Shaye, Angus Sampson, Leigh Whannell, Spencer Locke, Caitlin Gerard, Bruce Davison, Josh Stewart, Kirk Acevedo, Tessa Ferrer, Aleque Reid, Marcus Henderson, Amanda Jaros, Javier Botet, Patrick Wilson, Rose Byrne, Ty Simpkins, Barbara Hershey
Durata: 103 minuti
Genere: Horror


Se ci troviamo qui, dopo ben otto anni, a parlare di un nuovo capitolo della saga di "Insidious" è merito di James Wan e di quanto, con i primi due capitoli, sia stato in grado di creare due film horror validissimi dal punto di vista registico, con una sceneggiatura solida e soprattutto in grado di terrorizzare gli spettatori. Come ormai prassi di ogni saga horror che si rispetti, arriva il tempo dei prequel ed è così che "Insidious 3 - L'inizio" ci racconta di come gli eventi dei primi due film siano stati generati: cala il mistero, c'è l'ansia di spiegare, non c'è più James Wan alla regia ed ecco che il terzo capitolo - ma il primo in ordine cronologico - è parecchio deludente. Come saranno andate dunque le cose con "Insidious - L'ultima chiave"? che, udite udite, è il sequel diretto del prequel ed è dunque un ulteriore prequel che si posiziona tra gli eventi di "Insidious 3 - L'inizio" e quelli di "Insidious".
Molti anni dopo la morte della madre Aubrey, avvenuta per mano di un demone che si era impossessato di lei, Elise Rainier, interpretata da Lin Shaye, indaga come investigatrice del paranormale assieme ai suoi due colleghi Specs e Tucker, interpretati da Leigh Whannell e Angus Sampson. Risponde ad una chiamata da parte di Ted Garza, interpretato da Kirk Acevedo, che sta avendo esperienza di eventi paranormali all'interno della sua abitazione, che è proprio la casa dove abitava da piccola. Niente di più semplice come trama di partenza per un film sul paranormale, se non fosse che il soggetto si proponeva l'intento di spiegare meglio agli spettatori l'infanzia di Elise Rainier, mettendola a confronto con i demoni del proprio passato, il che avrebbe potuto dare alla pellicola per lo meno dei buoni motivi di interesse, soprattutto per poter espandere la mitologia legata a questa saga che dopo i primi due capitoli ha saputo trovare il modo di diventare una vera e propria macchina da soldi.
Ma sono proprio i registi a cui vengono affidati gli ultimi due capitoli usciti a convincerci del fatto che i produttori non vedano in questa saga altro che i soldi che potrebbero guadagnare al botteghino, piuttosto che la possibilità di creare una mitologia interessante come quella della saga di "The Conjuring" - che ha avuto per ora due capitoli pazzeschi, lo spin-off "Annabelle" non proprio riuscito e il suo seguito "Annabelle 2: Creation" decisamente più interessante -. Dopo un Leigh Whannell praticamente all'esordio - nonostante fosse sua la firma sulle precedenti sceneggiature - non in grado di dare a "Insidious 3 - L'inizio" un'identità registica ben definita, ecco che "Insidious - L'ultima chiave" viene affidato ad Adam Robitel, che dal punto di vista tecnico non mostra nulla di più rispetto al compitino che gli è stato affidato, ovvero quello di dirigere un film, dargli un inizio e una fine.
Il problema vero di "Insidious - L'ultima chiave" è però la totale assenza di idee a livello di sceneggiatura: se il soggetto di partenza e l'esplorazione dei demoni interiori della protagonista paiono dei buoni spunti per ricamarci sopra qualcosa di coinvolgente, ecco che con questo film si cade non presto, ma prestissimo, nel baratro della ripetitività e della noia. Il buon lavoro fatto in fase iniziale per creare l'atmosfera viene presto messo da parte per mostrarci scene che alla fin fine abbiamo già visto, con diversi protagonisti, negli altri tre film di questa saga, nè più nè meno. "Insidious - L'ultima chiave" è proprio uno di quei film senza arte nè parte, fatto del solito grande numero di jumpscare, che poi non è che facciano mai così tanta paura come la costruzione della tensione del primissimo episodio. Insomma, o a questa saga si prova a dare nuova vita con nuove idee - cosa difficilissima - oppure tanto vale chiudere e concentrarsi su qualcosa di totalmente nuovo: non si sa mai che possa giovare alla carriera di James Wan, mente dietro all'ottima idea che ha generato il primo capitolo.

Voto: 4,5

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