Ready Player One di Steven Spielberg (2018)

USA 2018
Titolo Originale: Ready Player One
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Zak Penn, Ernest Cline
Cast: Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, T. J. Miller, Simon Pegg, Mark Rylance, Lena Waithe, Philip Zhao, Win Morisaki, Hannah John-Kamen
Durata: 140 minuti
Genere: Fantascienza, Avventura


È abbastanza raro da parte di un regista fare uscire due film nel giro di brevissimo tempo: solitamente è persino raro vederne due nel corso della stessa annata, ma questo ragionamento va un po' a farsi benedire quando si parla della distribuzione italiana, che spesso e volentieri si gioca i film papabili per gli Oscar nei primi mesi dell'anno, mentre gli stessi film, per il regolamento della kermesse, devono essere usciti nei cinema della contea di Los Angeles nel corso dell'anno precedente alla premiazione. Nonostante questo, se non ti chiami Woody Allen che ci fai pagare la tua tassa annuale ogni Dicembre, fare uscire un film all'anno per un regista, è già una media particolarmente buona. Motivo per cui mi sono abbastanza stupito dell'uscita di "The Post" e, nemmeno due mesi dopo, di "Ready Player One", film di Steven Spielberg atteso dagli appassionati di cultura pop di tutto il mondo e particolarmente apprezzato dalla critica e da quei bastardi che hanno potuto vedere il film in anteprima, facendo rosicare noi comuni mortali che abbiamo dovuto attenderne l'uscita.
Tratto dall'omonimo romanzo di Ernest Cline scritto nel 2010, "Ready Player One" è ambientato nel 2045: la vita sulla Terra è rovinata dall'inquinamento e dalla sovrappopolazione e le persone, per fuggire dalle proprie vite, si rifugiano in OASIS, un gioco in realtà virtuale sviluppato da James Halliday, interpretato da Mark Rylance, l'attore feticcio di Spielberg, dove ognuno interpreta un personaggio partecipando a varie missioni che ricalcano le passioni del suo creatore. Wade Watts, interpretato da Tye Sheridan, è un giovane di Columbus che tenta di partecipare, assieme ad altri amici conosciuti virtualmente, al Gioco di Anorak, una serie di sfide create dall'ideatore del gioco, morto da poco, per decidere a chi dare in eredità il suo impero ultramilionario - ma questa trama non è che vi ricorda un po' "Tutti gli uomini del deficiente"? -, mentre la multinazionale IOI cerca di ostacolarlo, impiegando giocatori che portino a termine le tre sfide prima del ragazzo.
"Ready Player One" ci è stato presentato come il film più citazionista degli ultimi anni, sicuramente a ragione, ma c'è da dire che la trama del film non si basa esclusivamente sulle citazioni, ma riesce a filare indipendentemente da esse. Un film del genere correva il rischio di diventare un'accozzaglia di citazioni, di cose buttate sullo schermo che ricordassero la cultura pop degli anni ottanta e molti sarebbero anche potuti rimanerne contenti. Invece la pellicola riesce a creare una storia di puro intrattenimento - è chiaro che non stiamo parlando di massimi sistemi e che la trama sia, in effetti, molto lineare e non particolarmente originale - in grado di dare in pasto agli spettatori, come dei colpi ben assestati, le migliaia di citazioni o easter egg di cui è disseminata. In tutto il marasma di citazioni e omaggi ce ne è uno, tra l'altro in una scena importantissima, per il quale le lacrime stavano quasi sgorgando per quanto la reinterpretazione di quella scena fosse fatta bene e proposta in maniera veramente perfetta - chi ha visto, e anche chi sa qual è il mio film preferito, potrà capire, altri capiranno -. Come detto le citazioni funzionano, la trama principale funziona abbastanza bene e a funzionare sono anche le scene d'azione, veramente spettacolari, così come i tentativi di arruffianamento attuati da Steven Spielberg in più frangenti: per quanto la ruffianaggine spesso mi irriti, non penso che sia il male assoluto del cinema e se le scene ruffiane e con messaggi ovvi sono ben assestate le posso accettare senza farmi particolari problemi.
"Ready Player One" è un film talmente bello che a trovargli dei difetti mi potrei sentire quasi male, eppure voglio provare ad essere obiettivo e a dire che, concentrandosi veramente moltissimo sulle scene all'interno del videogioco - bellissime per carità - non ci si accorge proprio bene del fatto che i nostri protagonisti vivano in un futuro distopico in cui la vita è diventata insostenibile. Funziona a corrente alternata anche l'antagonista della pellicola Nolan Sorrento, interpretato da Ben Mendelsohn, che a tratti non dà l'impressione di essere una minaccia tangibile per i protagonisti venendo a più riprese addirittura messo in ridicolo. I protagonisti, tra cui spicca anche una bravissima Olivia Cooke, mi sono piaciuti praticamente tutti in egual misura, così come la colonna sonora, sia quella originale sia quella non originale, composta principalmente da brani rock degli anni ottanta che mi hanno fatto particolarmente gasare, l'ho trovata veramente perfetta in tutte le scene in cui si presenta.
Siamo davanti dunque ad un film non perfetto, che però sarà in grado di appassionare e di gasare praticamente tutti gli appassionati di cultura pop sparsi nel mondo. E se le citazioni di cui il film è disseminato sono talmente tante da necessitare almeno una seconda visione per trovarne delle altre, almeno avrò la scusa per potermi godere di nuovo la pellicola!

Voto: 8

Commenti

  1. Non ti leggo perché devo ancora scrivere e non voglio farmi influenzare, ho visto il film ieri sera e ho ancora le farfalle nello stomaco, cinque alto per il voto! :-D Cheers

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  2. Sono una delle poche voci fuori dal coro. L'ho trovato infatti molto divertente, ma tanto carente nella scrittura. Scenografie 3D per personaggi bidimensionali, con la storia che appare semplicemente un contenitore. Niente di male, dato il genere, ma non mi spiego a questo punto la fama "culto" del romanzo...

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    1. Riguardo il libro il discorso è semplice:
      E' una distopia piena di Crossover nerd e pop è normale che piaccia che somiglia quasi ad un pastrocchio citazionistico ( per quanto voluto ), anche se per molto tempo il libro è comunque rimasto molto di nicchia proprio perché parla ad un cerchia ristretta di lettori.
      Non ho visto il film, ma sono convinto che Spielberg abbia ridotto all'osso la storia scegliendo i riferimenti più comprensibili ed immediati.
      E visto il risultato, ha fatto bene.

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  3. Concordo con il voto!
    Sono rimasto estasiato nella visione del film, devo pensare a cosa scrivere nel post che c'è davvero tanto!

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  4. Infatti lo guarderò per questo motivo: immagino sia bello, ma il romanzo penso lo sia di più... specie per i sentai!^^

    Moz-

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