MOVIES FOR HALLOWEEN 2016 - Goodnight Mommy di Severin Fiala, Veronika Franz (2014)


Austria 2014
Titolo Originale: Ich seh, Ich seh
Regia: Severin Fiala, Veronika Franz
Sceneggiatura: Severin Fiala, Veronika Franz
Cast: Susanne Wuest, Elias Schwarz, Lukas Schwarz
Durata: 98 minuti
Genere: Drammatico, Horror

Per il terzo e penultimo appuntamento con questa breve rassegna dedicata ai film consigliati per Halloween è ora di parlare di una pellicola passata parecchio qua in sordina qua in Italia nei cinema ad Agosto, ma per la quale alcuni blogger della rete tra la fine del 2015 e l'inizio dell'anno in corso avevano visto un ottimo potenziale. E vista la volontà di affrontare diversi titpi di film horror, dopo aver visto un horror orientale come "Scomparse" e un horror fantascientifico come "Punto di non ritorno" - entrambi gentilmente offerti da Netflix - oggi è tempo di parlare di un horror psicologico, mentre Lunedì, proprio nel giorno di Halloween, verrà dato spazio ad un grande classicone che sta a voi indovinare.

"Goodnight Mommy" è un film austriaco diretto dalla coppia di registi Severin Fiala e Veronika Franz e ci parla di due fratelli che devono far fronte al ritorno a casa della madre, in seguito ad un'operazione di chirurgia plastica al volto. I due gemelli, Elias e Lukas, rispettivamente interpretati da Elias e Lukas Schwarz, sembrano vivere quasi in simbiosi, ma dopo pochi giorni dal ritorno a casa della madre, con il volto interamente ricoperto di bende, cominciano a non essere del tutto convinti che la donna che sta in casa con loro non sia la loro madre, ma una sorta di usurpatrice che si è stabilita nella loro casa e che non sembra trattare entrambi i figli in maniera equa. Più che un horror classico "Goodnight Mommy" si rivela presto essere un dramma psicologico con risvolti horror, in grado sia di inquietare il pubblico sia di farlo emozionare e commuovere.

Essendo un film da cui è facile farsi ingannare, bisogna superare l'ostacolo di una prima metà che oltre ad avere un ritmo particolarmente lento, presenta la trama quasi come se si trattasse di un semplice home invasion, con protagonisti i due bambini e antagonista principale una presunta madre con il volto completamente bendato. E siccome è praticamente impossibile parlare del film senza fare spoiler, dato che il significato sta tutto nel finale, decido di non trattenermi, ma almeno vi avviso.

[ATTENZIONE SPOILER CHE POTREBBE ROVINARVI LA VISIONE DELL'INTERO FILM]
Nel finale il film si rivela per quello che è realmente: un film che fino ad allora ha inquietato grazie a sapienti inquadrature e ritmi lentissimi si rivela essere una storia sull'elaborazione del lutto da parte di un ragazzino che, in un incidente che non viene mai ben precisato, ha perso il suo gemello, ma continua a vivere come se lui fosse sempre lì con lui. Un colpo di scena che in realtà è parecchio telefonato, dato che la madre parla sempre con uno dei due figli e sembra ignorare sempre l'altro, ma questo atteggiamento porta ad una risposta davvero straziante. Quello che era partito come un buon horror, si rivela dunque essere un film emozionante, che ci parla in maniera interessantissima di quello che è l'amore di una madre per un figlio, ma soprattutto di quello che è il rapporto tra due gemelli, da sempre abituati a vivere in due come se fossero una cosa sola.
[FINE SPOILER CHE POTREBBE ROVINARVI LA VISIONE DEL FILM]

Voto: 7,5

Commenti

  1. Mi è piaciuto un sacco anche a me, asettico nell'aspetto, riesce ad essere gustosamente sinistro ;-) Cheers

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  2. Ho trovato incredibile come in vent'anni il cinema austriaco non si sia distaccato (per il genere in questione) dalla stilistica di Haneke con il suo "Funny Games". Che sia un bene o un male non è una questione di cui mi faccio peso, anche perché non è che sia un così assiduo visionatore di quella branca europea.

    Fatto sta che da quanto ho letto in giro riprende (per trama) due film in particolare: Two Sister (2003) di Kim Ji-woon e The Other (1972) di Robert Mulligan. Mi accetterò nel prenderli in vista prima o poi di questo fatto.

    Per il resto, gioca lentamente le sue carte fino al colpo di scena finale in modo accattivante. Cambiare il punto di vista dalla fredda ai due bastardelli aguzzini è un ottimo modo per tener nascosto il tutto. Certo, tre o quattro ingenuità sono espedienti di trama ma non sviliscono il racconto. Anche perché in "The Lodge" queste mancanze si fanno sentire molto di più e quello è un seguito spirituale anglo-americano di questo film. Non certo come "Il quarto uomo" e "Basic Instinct" di Verhoeven o forse per un certa misura lo sono anche.

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