TRASH MOVIES #26 - Lavalantula di Mike Mendez (2015)

USA 2015
Titolo Originale: Lavalantula
Regia: Mike Mendez
Sceneggiatura: Neil Elman, Mike Mendez, Ashley O'Neil
Cast: Steve Guttenberg, Nia Peeples, Patrick Renna, Carlos Bernard, Michael Winslow, Marion Ramsey, Leslie Easterbrook, Ralph Garman, Danny Woodburn
Durata: 83 minuti
Genere: Monster Movie, Horror

Il fenomeno della saga di "Sharknado", arrivato in realtà dopo che la Asylum, famosa casa produttrice di film volutamente di merda, aveva iniziato a puntare sugli squali grazie a titoli assurdi e in grado di far sospendere l'incredulità allo spettatore, ha fatto sì che il canale americano SyFy - del quale ho provato a vedere qualche serie televisiva per poi pentirmene presto amaramente - puntasse molto su titoli ad alto tasso di assurdità che magari potessero diventare delle saghe di successo. Quasi sempre sono gli squali a farla da padrone, un esempio può essere la saga di "Sharktopus", non prodotta dalla Asylum, della quale ho visto solo l'esemplare dal titolo più assurdo, ovvero quel "Sharktopus vs. Whalewolf" che alla fine non mi è neppure piaciuto tantissimo. Avevo però già adocchiato lo scorso anno il titolo "Lavalantula", ma, per motivi legati soprattutto al fatto che qui in Italia non uscissero sottotitoli decenti, continuai a rimandarne la visione fino a qualche giorno fa, quando alla fine mi sono convinto a guardarmelo in inglese con l'ausilio di sottotitoli inglesi, comunque totalmente inutili visto il livello del film. In attesa di guardare il secondo capitolo di questa saga estiva che viene trainata dal successo di "Sharknado", oggi è dunque il momento di parlare del primo film, uscito lo scorso anno proprio dopo la messa in onda di "Sharknado 3 - Oh Hell, No!".

Parlare della trama di "Lavalantula" è particolarmente semplice: a seguito dell'eruzione di un vulcano, dalla lava si sprigionano delle tarantole mutate geneticamente in grado di sputare lava e di seminare morte e distruzione per tutta la città. Già da questo tipo di trama si può capire come un amante del volontariamente brutto come me ci abbia sguazzato dentro. "Lavalantula" è un film brutto, ma brutto in modo assurdo - per citare al contrario quel capolavoro di "Zoolander" - che però è talmente pregno di assurdità da risultare quasi divertente. Essendo il canovaccio molto simile a quello di "Sharknado", pregno di mostri usciti da una situazione parecchio irreale, con un eroe che dal nulla si ritrova in grado di poter affrontare una crisi di tale portata senza battere ciglio, scatta subito il confronto con quello che cinematograficamente si può ritenere il padre spirituale di questo film: il confronto scatta, ma i livelli dell'"originale" non vengono mai raggiunti.

A dare valore ad un film che non ha valore se non per quella ora e venti di pura ignoranza che ci accompagna in un mondo fatto di tarantole che sputano lava, è anche il cast, con attori ormai caduti in disgrazia che però, in qualche modo, fanno parte dell'infanzia di tutti, soprattutto per quel che riguarda quelle persone che hanno amato il cinema demenziale propostoci dalla saga di "Scuola di polizia" - ecco, a me non è che abbia mai divertito molto quella saga, nemmeno quando il mio cervello era una nocciolina -. Un cast che vede la partecipazione di molti di quei protagonisti, portando alla mente ricordi certo piacevoli, ma anche un po' amari, a dirla tutta. Insomma, è inutile cercare di rimanere seri - o forse meglio dire seriosi - davanti a film come "Lavalantula", che ti sbattono in faccia tranquillamente una serie di assurdità e di effetti speciali fatti malissimo, ma è anche vero che non è possibile guardare un film come "Lavalantula" senza perdere qualche neurone: e gli effetti sono devastanti, ho perso più materia cerebrale guardando "Lavalantula" piuttosto che bevendo birra!

Commenti

  1. Non so, io a sentir parlare di questo penso a "Dr Acula" di Scrubs, non so perché...

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  2. E' brutto da dire ma il secondo è davvero insulso. Cioé, come se il primo fosse un capolavoro, ma almeno è simpatico...

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  3. Sono quei film che purtroppo non riesco a fare a meno di parlare. Forse ho perso troppi, troppi neuroni...

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