LIBRI METROPOLITANI #6 - Il maratoneta di WIlliam Goldman

Torna - e per la prima volta sono indietro di ben due romanzi per quanto riguarda questa piccolo spazio del blog - la rubrica dedicata ai libri metropolitani, ovvero quei libri che leggo in metropolitana per evitare di insultare troppa gente la mattina presto mentre vado al lavoro. Oggi, su proposta di mia madre, si parla di un romanzo di William Goldman degli anni settanta, dal quale è stato anche tratto un film con Dustin Hoffman per il quale lo stesso autore è stato anche sceneggiatore.


Recensione
Non sono mai stato un tipo particolarmente attratto dalle storie di spionaggio, i film dedicati al tema solitamente li procrastino il più possibile, mentre per quel che riguarda i romanzi questo è forse il primo che leggo in tutta la mia vita. La realtà dei fatti, a fronte della lettura ormai terminata, è però che questo romanzo non è tanto una storia di spionaggio, quanto più che altro una storia in cui ci sono delle spie e in cui il nostro protagonista Babe, un giovane studente di storia che ha la passione per la corsa e sogna di diventare un maratoneta professionista, si ritrova invischiato quasi inconsapevolmente dopo il ritorno di suo fratello Doc, che improvvisamente muore tra le sue braccia.
Il motore che fa andare avanti il romanzo nella sua relativa brevità sono i continui colpi di scena e le continue rivelazioni che ci vengono fatte riguardo i protagonisti della vicenda e tutti i personaggi che vengono incontrati da Babe, che guarda caso sono tutti o quasi dei pezzi grossissimi dello spionaggio o addirittura dei sopravvissuti nazisti - che a un certo punto si capiva dove si sarebbe andati a parare, dato che il protagonista è ebreo - che cercano una ricchezza inestimabile. "Il maratoneta" risulta dunque essere un romanzo assolutamente godibile che però vive eccessivamente su colpi di scena che da una parte rendono la lettura interessante, mentre dall'altra la rendono, a volte, inverosimile.

Voto: 6-

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