Musarañas (2014)

Spagna 2014
Titolo Originale: Musarañas
Regia: Juanfer Andrés, Esteban Roel
Sceneggiatura: Juanfer Andrés, Sofía Cuenca
Cast: Macarena Gómez, Nadia de Santiago, Luis Tosar, Hugo Silva, Gracia Olayo
Durata: 87 minuti
Genere: Thriller, Horror

La trama in breve: A seguito di un infortunio debilitante, un uomo è costretto a vivere, in attesa di guarigione, in casa di Montse e sua sorella minore. Montse, affetta da una grave forma di agorafobia, presto si innamorerà dell'uomo, ma la sorella lo metterà in guardia sul fatto che egli dovrà andarsene al più presto, se non vorrà essere vittima della pazzia di Montse.

Negli ultimi tempi il cinema spagnolo è riuscito a darmi grosse soddisfazioni: talvolta con la commedia, altre con il genere di fantascienza, altre volte anche con film drammatici piuttosto assurdi. Esempi come "EVA", "Ballata dell'odio e dell'amore" e il più recente "Le streghe son tornate" sono esempi validissimi di un cinema che non sempre da noi italiani viene accolto nel giusto modo. Potrei stare qui ad elencare invece almeno centinaia di film validi provenienti dalla Spagna ma ci perderei un sacco di tempo e dovrei creare altrettanti link, probabilmente. Recentissimamente poi vi avevo parlato anche di "La stanza del bambino", horror per la televisione che, pur con i suoi enormi difetti, risultava tesissimo e funzionale per il mezzo attraverso cui veniva diffuso. Veniamo dunque a "Musarañas", consigliato nel corso di queste ultime settimane da moltissimi blogger, la maggior parte dei quali lo ha anche apprezzato alla grande: quale buon motivo dunque per farsi scappare un film del genere?

Prima di tutto ho da fare una piccolissima confessione: pur essendo credente e anche praticante, provo una certa inquietudine verso un certo tipo di crocifissi: una volta, durante una vacanza in Puglia, trovai nella camera dell'albergo, gestito da frati se non ricordo male, un crocifisso fosforescente che mi tenne sveglio per ore, prima che un mio amico, in maniera molto blasfema, si decise a gettarlo fuori dalla finestra. In questo film la religione occupa una componente molto importante: delle due sorelle protagoniste, la maggiore vive seguendo tutti i dettami della vita religiosa, imponendoli alla sorella minore appena diciottenne, riempiendola di varie ossessioni e preoccupazioni. La questione del crocifisso mi è venuta in mente guardando alcune scene di questa pellicola, che contengono vari momenti in cui viene inquadrato un crocifisso ed il modo in cui questo viene inquadrato devo dire che mi ha abbastanza inquietato.

"Musarañas", questione religiosa a parte, è un film che ai più potrebbe anche ricordare "Misery non deve morire": abbiamo il personaggio costretto a vivere in casa di Montse, la maggiore di casa, a causa di un infortunio ed impossibilitato a muoversi. La tensione è tutta costruita in uno spazio molto piccolo: al regista sono bastate due stanzette di una casa ed un corridoio per creare un thriller/horror di grande effetto e di enorme tensione. A ciò contribuisce anche l'agorafobia della protagonista, che non si capisce bene da che cosa sia causata, ma mette sicuramente una grandissima ansia, soprattutto in una delle poche scene in cui la donna tenta di fare anche un solo passo fuori dalla porta di casa. La storia di queste due sorelle, Montse e la minore, che in maniera molto inquietante non viene mai chiamata per nome, viene quasi sempre chiamata "cariño" (tesoro) da sua sorella, che su di lei esercita quasi una sorta di comando, prendendosi anche libertà di punirla quando questa non le obbedisce.

Carlos, l'uomo che a causa dell'incidente si trova intrappolato nella casa delle due, diventa quasi uno spettatore inconsapevole della pazzia di Montse, che, innamoratasi di lui, farà di tutto per tenerlo a sè il più possibile. In tutto questo è anche da sottolineare il rapporto con suo padre, interpretato, nelle visioni di Montse (è morto qualche anno prima della vicenda narrata) dal sempre bravissimo Luis Tosar, che sembra averle impartito un'educazione fin troppo rigida, anche per gli anni '50, periodo in cui è ambientata la vicenda. E da sottolineare in maniera particolare è anche la performance recitativa di Macarena Gomez, già vista per l'appunto anche in "Le streghe son tornate", che riesce a reggere quasi in solitaria gran parte della scena, bucando letteralmente lo schermo.

Voto: 8

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