Romanzo criminale - La serie - Stagione 1

Romanzo criminale - La serie
(serie TV, stagione 1)
Episodi: 12
Creatore: Stefano Sollima
Rete Italiana: Sky Cinema 1
Cast: Francesco Montanari, Vinicio Marchioni, Alessandro Roja, Marco Bocci, Daniela Virgilio, Andrea Sartoretti, Marco Giallini, Jesus Emiliano Coltorti, Alessandra Mastronardi
Genere: Storico, Gangster

La trama in breve: La serie parla della Banda della Magliana, esplorando la sua formazione, grazie all'unione della banda del Libanese e del Dandi, con quella del Freddo e della loro ascesa a organizzazione criminale più influente di Roma tra gli anni '70 e gli anni '90.

Poco tempo fa vi avevo parlato di "Romanzo criminale", il film diretto da Michele Placido tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo che parlava delle vicende legate alla banda della Magliana, banda criminale operante tra gli anni '70 e l'inizio degli anni '90 a Roma. Ora che sto riprendendo in mano la serie, è ora di parlare anche di questa, perchè, vi assicuro, merita molto probabilmente anche di più del film. Ancora non so e non posso proferire parola sul romanzo, ma questa volta, l'intenzione di provare a recuperarlo c'è tutta e non escludo di parlarvi a breve anche di quello.

La prima stagione della serie diretta da Stefano Sollima si fonda principalmente sul principio secondo il quale per creare una buona serie è meglio concentrarsi sullo sviluppo dei personaggi, sulla loro introspezione psicologica, piuttosto che creare una serie basata sugli eventi (che comunque ci devono essere). Ciò che vediamo nella prima stagione è dunque la formazione della banda, i primi dissidi interni, i rapporti di essa con le altre organizzazioni malavitose operanti in Italia in quegli anni come i servizi segreti la camorra, i servizi segreti la mafia e i servizi segreti (che tra poco verranno a prendermi a causa di queste mie dichiarazioni). Un rapporto che dapprima è di sottomissione, ma successivamente sarà utilizzato per avere totale controllo su tutte le attività di Roma.

Gli eventi fondamentalmente sono quelli, ma basterebbe un bel libricino di storia fedele non contaminato dai servizi segreti per narrarcela. Ecco Stefano Sollima non si limita a questo: l'introspezione che viene svolta sui personaggi è fenomenale, talmente fenomenale che porta lo spettatore quasi ad empatizzare per dei protagonisti che, fondamentalmente, rappresentano assieme ai servizi segreti uno dei punti più bui mai toccati dalla nostra nazione. Ovviamente, come in tutte le cose belle prodotte in Italia, c'è sempre il critico fenomeno che critica il fatto che non si possa creare una serie che provochi empatia verso dei personaggi negativi. Non mi soffermo di nuovo su quanto trovi questo concetto una totale idiozia. E' ovvio che chi conosce la storia condanni i protagonisti della stessa, ma è anche ovvio che stiamo parlando di spettacolo (che attinge dal reale, chiaro) e che lo spettatore mediamente intelligente sa a cosa va incontro.

Personalmente dei quattro personaggi principali della prima stagione il mio favorito è stato il Freddo, interpretato da Vinicio Marchioni, che sarebbe il corrispettivo fittizio di Maurizio Abbatino detto "Crispino" (per la storia vera c'è Wikipedia, quella non è mio compito), secondo me uno dei veri e propri collanti dell'intera banda nei momenti di difficoltà, l'unico che nel corso della stagione non mette mai in discussione l'amicizia con gli altri componenti della banda, perchè fondamentalmente la serie è di amicizia che parla, amicizia deviata ma pur sempre amicizia, l'unico a non commettere mai errori talmente evidenti da mettere in pericolo la banda. A ruota segue il Dandi, corrispettivo fittizio di Enrico De Pedis detto "Renatino" (se vi ricordate di lui si era ricominciato a parlare nel periodo del ritrovamento del corpo di Emanuela Orlandi in Vaticano), interpretato da Alessandro Roja, sempre elegante e con uno spiccato senso degli affari. A capo dell'organizzazione il Libanese, corrispettivo fittizio di Franco Giuseppucci detto "Fornaretto" o "Er Negro", con una grandissima predisposizione al comando, una storia passata difficile e una spietatezza incredibile. Dalla parte della legge invece il commissario Scialoja, interpretato da Marco Bocci, che mai e poi mai si arrenderà a perdere una guerra in cui tutti sembrano combattere contro di lui persino i servizi segreti.

Proprio per i motivi sopra detti è praticamente impossibile non considerare "Romanzo criminale - La serie" un vero e proprio capolavoro della serialità italiana. Da aggiungere a questi motivi sottolineerei una regia, di Stefano Sollima, che coinvolge, piuttosto sporca ed anche acerba, ma comunque di buonissimo livello: poche inquadrature ricercate, ma tanta sostanza e tanti movimenti di macchina, quasi concitata. La scrittura dei dialoghi anche è da elogiare: in un paese in cui sembra che fare degli improbabili monologhi sia lo sport più praticato, qui i dialoghi sono spigliati, diretti, poche parole, ma concetti espressi con chiarezza. Ma soprattutto, cosa non poco importante, attori credibili, quasi tutti esordienti o comunque con pochi lavori alle spalle, ma che hanno saputo dimostrare il loro valore nel corso di questa produzione.

Domani la recensione della seconda stagione, fors eun po' meno dettagliata di questa, perchè temo di aver già detto moltissimo di quello che c'era da dire su questa serie. Sperando ovviamente che i servizi segreti non mi abbiano ancora trovato.

Voto: 9

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