The Guest (2014)

USA 2014
Titolo Originale: The Guest
Regia: Adam Wingard
Sceneggiatura: Simon Barrett
Cast: Dan Stevens, Maika Monroe, Ethan Embry, Joel David Moore, Candice Patton, Lance Reddick, Leland Orser, Sheila Kelley, Brendan Meyer
Durata: 99 minuti
Genere: Thriller

La trama in breve: Un soldato si introduce nella vita della famiglia Peterson, presentandosi come un ex commilitone del figlio scomparso in guerra. Presto però la sua presenza all'interno della cittadina si farà sentire, quando inizieranno a morire delle persone per mano sua.

Alla fine del 2014 è sempre momento di classifiche, per un sacco di blogger. A sparigliare la classifica di "Pensieri Cannibali" è arrivato questo "The Guest" che, dopo la lettura della sua recensione e anche di altre recensioni di tantissimi altri blogger mi ha convinto a concedergli una visione. E il mio commento a freddo su un famosissimo social network è stato "SANTODDIO CHE GRAN FIGATA!". Ecco, avrete dunque capito da che parti andrà a parare questa recensione, quindi vi elencherò tutta una serie di motivi per cui questo film, in barba alla distribuzione italiana che non ce lo farà mai vedere se non, forse, in direct-to-video, lo dovete vedere nel caso non lo aveste già fatto. Recuperatelo, in qualche modo, con i sottotitoli.

I motivi principali per cui questo film è da vedere per forza sono fondamentalmente due: il primo è la tensione, il secondo è il protagonista. Il primo motivo, quello della tensione, è un qualcosa che mi sono portato dietro per tutta la pellicola: questa è costruita in maniera molto anni '80, con una colonna sonora composta sia da canzoni molto popolari in quel decennio, sia da composizioni originali che ricordano molto quegli horror/slasher di quel decennio, appunto. La musica la fa anche da padrona in molte situazioni, diciamo un po' strane, creando nello spettatore determinate sensazioni contrastanti. Come non citare, ad esempio, la scena in cui il protagonista lancia due granate in un locale con le note di "Because I Love You" di Stevie B?

Ecco, appunto, si arriva poi a parlare del protagonista: lui si presenta all'interno del film in un certo modo: un reduce di guerra che entra a far parte di una famiglia che ha perso il figlio, suo commilitone. Peccato che questo reduce sia, fondamentalmente, un pazzo. Per lui si prova una empatia incredibile quando pesta chi se lo merita, per lui si pensa "CAZZO QUESTO E' UN GRANDE", per la sua incredibile capacità di saper girare in suo favore qualsiasi situazione, ma sopratutto quando in lui inizia a scattare quel qualcosa che lo spinge ad ammazzare gente a destra e a manca. Il personaggio, interpretato da un Dan Stevens che se andaste a vedere qualche sua foto lo considerereste un po' uno sfigatello, è uno dei personaggi meglio costruiti che abbia visto in questa stagione cinematografica.

Da non sottovalutare nemmeno i due personaggi secondari della vicenda: da una parte la bellissima Maika Monroe, bella bella, ma soprattutto da tenere d'occhio nel suo futuro recitativo, dato che fino ad ora si è segnalata soprattutto come comparsa. In secondo luogo anche Brendan Meyer, anche se qui interpreta più che altro la parte dello sfigatello, ma nei pochi momenti in cui il suo personaggio "scatta", risulta credibile in maniera fenomenale. Ci sono pochi altri discorsi da fare d'altronde: una recensione del genere non sarà mai del tutto esaustiva. Per comprendere ciò che è per davvero questo film bisogna guardarlo, punto.

Pregi:
  • Il protagonista in tutte le sue sfaccettature;
  • Altissima tensione;
  • Colonna sonora anni '80, che fa sembrare la pellicola molto "anni '80".
Difetti:
  • Bisogna sospendere un po' troppo l'incredulità quando la famiglia Peterson accoglie in casa David senza fare troppe domande.
Voto: 8,5

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