MARIO BAVA DAY - "Reazione a catena"

Questo mese le iniziative organizzate dal solito gruppetto di blogger sono moltissime! "Notte Horror" iniziata il primo Luglio sta proseguendo a gonfie vele; "War No More" iniziata il 28 Luglio va benissimo e nel pomeriggio arriverà anche il mio contributo alla rassegna (il che vuol dire che oggi io partecipo a ben due iniziative), mentre oggi è il "Mario Bava Day", il giorno in cui uno dei migliori registi del panorama horror/thriller italiano avrebbe compiuto ben cento anni! Il mio contributo alla rassegna arriva con la recensione di "Reazione a catena", uno dei pochi film che nella sua lunga carriera ha pienamente soddisfatto il regista.


Italia 1971
Titolo Originale: Reazione a catena
Regia: Mario Bava
Sceneggiatura: Mario Bava, Filippo Ottoni, Joseph McLee, Sergio Canevari, Francesco Vanorio
Cast: Claudine Auger, Luigi Pistilli, Laura Betti, Claudio Volonté, Leopoldo Trieste, Isa Miranda, Chris Avram, Anna Maria Rosati, Brigitte Skay, Paola Rubens, Roberto Bonanni, Guido Boccaccini, Giovanni Nuvoletti, Nicoletta Elmi, Renato Cestiè
Durata: 83 minuti
Genere: Horror, Thriller, Slasher

La trama in breve: La contessa Federica Donati vive presso una baia di cui è proprietaria. La donna viene assassinata dal marito Filippo, dal quale era separata, che subito dopo viene ucciso e il corpo fatto sparire. Viene anche lasciato un biglietto sulla scena del crimine che fa pensare alla polizia che la morte della contessa sia un suicidio.

Essendo io un amante del cinema horror, molto spesso nella mia vita mi è capitato, soprattutto da persona più in là con l'età di me, di sentire nominare qualche film di Mario Bava. Il problema nasce quando dei film nominati da queste persone ti rendi conto di non averne visto nemmeno uno, nonostante io mi professi un amante del genere horror. Certo è, infatti, che per uno che approccia al genere nel modo in cui ho fatto io, il nome italiano con cui è più facile iniziare è il più noto Dario Argento, autore di film validi un tempo e che più sono rimasti attuali. Nomi come Mario Bava, Lucio Fulci e Pupi Avati, da molti considerati ancora meglio di Dario Argento, sono per la mia generazione nomi che non fanno presa, se ci si vuole avvicinare al genere horror, semplicemente perchè film non particolarmente amati dalla critica, considerati ai tempi dei veri e propri B-Movies, più che altro rivalutati in seguito anche se la cosa non ha permesso ai suoi film di sfondare davvero, soprattutto di fronte ad un pubblico giovane.

La potenza del regista Mario Bava sta nel fatto di essere riuscito, con poca pecunia, ma con tante idee, a creare dei film e delle situazioni iconiche, a tal punto da diventare uno dei registi horror più citati nelle opere successive dello stesso genere. Tant'è che proprio "Reazione a catena" viene considerato come il primo horror slasher della storia, dopo il quale sono nati i vari "Halloween", "Venerdì 13" e perchè no anche "Scream". Non però uno slasher nell'accezione moderna del termine, con un serial killer spietato pronto a uccidere un gruppo di persone riunite, quanto più che altro un prototipo di quel genere che diventerà poi uno dei generi di maggiore successo tra gli adolescenti e i giovani di tutto il mondo.

La struttura del film, pur seguendo una narrazione che si sviluppa lungo l'intera durata della pellicola, ha uno svolgimento quasi episodico, non tanto atto a mettere in scena delle situazioni raccapriccianti per il puro gusto e dovere di far paura al pubblico, quanto più che altro per dimostrare quanto in fondo l'animo umano sia sporco, disposto a tutto pur di appropriarsi di qualcosa su cui guadagnare del denaro. E' così che dunque non è tanto sulle scene efferate che puntò Bava per creare l'orrore nello spettatore, quanto appunto sull'enorme e totale disumanizzazione dei personaggi che vengono ritratti nel corso della storia.

E' così che Bava, grazie ad una completa libertà creativa e a delle idee sviluppate con pochi mezzi è riuscito a creare un vero e proprio cult, citato, ricitato e stracitato dal momento dell'uscita in avanti nella storia del cinema. Citazioni che, a posteriori, ho colto quasi tutte, per quanto fossero così tanto naturali è spudorate. Tutta la cinematografia horror post-Mario Bava deve per forza di cose qualcosa al suo stile. Fa specie il fatto che all'epoca se ne fossero accorti molto di più all'estero che qui in Italia della sua genialità.

Voto: 8,5

Partecipano al "Mario Bava Day" anche i seguenti blog:


Commenti

  1. Mi manca anche questo, colpevolmente. Ma l'inquadratura "impalata" mi ricorda tanto Black Christmas!

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  2. Ahahah strano, dovrebbe ricordarti Venerdì 13 in teoria. :D

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  3. Esatto. Questo è il prototipo dello slasher. Mario Bava è stato davvero il primo in tutto.

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  4. si concordo, Mario Bava era molto avanti per i tempi :)

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  5. Il primo slasher della storia (anche se per alcuni è il suo "Sei donne per l'assassino").
    Buon MBD ;)

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