The Butterfly Effect (2004)

USA 2004
Titolo Originale: The Butterfly Effect
Regia: Eric Bress, J. Mackye Gruber
Sceneggiatura: Eric Bress, J. Mackye Gruber
Cast: Ashton Kutcher, Amy Smart, Melora Walters, Elden Henson, William Lee Scott, Eric Stoltz, Ethan Suplee, Callum Keith Rennie, John Patrick Amedori, Logan Lerman, Irene Gorovaia, Sarah Widdows, Jesse James, Cameron Bright, Kevin Schmidt, Jake Kaese
Durata: 113 minuti
Genere: Fantascienza, Drammatico, Thriller

La trama in breve: Evan, a 7 anni, comincia ad avere delle strane amnesie, a causa delle quali è costretto a scrivere su dei diari tutto ciò che gli accade. Ormai cresciuto scopre, rileggendo i diari, che può tornare nel passato, intervenendo per modificare gli eventi che hanno contraddistinto la sua vita.

Di film sui viaggi nel tempo non posso dire di averne visti molti, ma i pochi che ho visto mi hanno quasi sempre saputo affascinare nel giusto modo. Sarà perchè tra le altre cose, leggendo qualcosina riguardo alle teorie scientifiche a riguardo di Einstein e Stephen Hawking un pochino sono informato, quindi vedere il modo in cui il viaggio nel tempo viene trattato mi affascina quasi sempre in maniera particolare. Prima di parlare del film, mi sento in dovere di fare due righe di scienza per poter inquadrare la pellicola in una certa categoria.

Le teorie scientifiche principali a riguardo si contrappongono: la prima, quella di Einstein, afferma che se il viaggio nel tempo fosse possibile, non ci sarebbe possibile modificare il passato intervenendo in prima persona, in quanto interverrebbe un principio chiamato "Censura Cosmica" che non ci permetterebbe di modificare alcunchè e in pratica il viaggiatore nel tempo sarebbe quasi uno spettatore. Tale teoria è stata utilizzata nella quinta stagione di "Lost" e a memoria è l'unica opera che mi ricordo che asseconda la teoria. Essendo il principio della "Censura Cosmica" molto più filosofico che scientifico, Hawking ne dettò una sua naturale evoluzione: supponendo che il viaggio nel tempo fosse possibile, qualsiasi modifica apportata dal viaggiatore lo trasporterebbe in una realtà parallela che seguirebbe un corso degli eventi diverso da quello che si è effettivamente verificato. "The Butterfly Effect", ma anche "Donnie Darko", pur non parlando mai di realtà parallele al loro interno, assecondano questa teoria. "Ritorno al futuro", il re dei film sui viaggi nel tempo, è un po' un caso a parte, perchè asseconda un po' entrambe le teorie.

Dopo questa pappardella scientifica, ammetto che dovevo vedere questo film da moltissimo tempo, ma ho continuato a rimandarne la visione addirittura per qualche anno, per poi trovarmi davanti a qualcosa che non è un capolavoro assoluto, ma che, soprattutto dal punto di vista emotivo, ha saputo coinvolgermi all'inverosimile. I viaggi nel tempo del protagonista Evan vanno a colpire tutti i momenti fondamentali della sua vita e di quelli della sua amica Kayleigh, modificandoli egli tenta di perseguire un unico obiettivo: ottenere la felicità per entrambi, possibilmente stando insieme, essendone lui innamorato. Questi cambiamenti nella linea temporale però portano a cambiamenti decisamente drastici ed insostenibili nella vita di entrambi, tanto da spingere Evan a continui viaggi nel passato per sistemare le cose a suo piacimento.

La storia culminerà in un finale che personalmente ho trovato tra i finali più amari, nonostante probabilmente sia il più giusto possibile, che io abbia mai visto, in un film che fino ad ora era riuscito a colpirmi davvero per bene.


Davanti ai continui sconvolgimenti della vita di Evan e Kayleigh, il protagonista si renderà conto che non c'è possibilità di felicità per entrambi, per lo meno non c'è la possibilità che entrambi siano felici stando insieme. Evan tornerà dunque al momento in cui ha conosciuto Kayleigh, minacciando di uccidere lei e tutta la sua famiglia se si fosse fatta vedere di nuovo. La vita dei due proseguirà seguendo destini separati.
Come detto il finale è amarissimo, ma coerentissimo con il resto della storia. Moltissimi film cercano un finale che accontenti il pubblico alla "e vissero tutti felici e contenti". Qui ciò non poteva succedere ed un finale positivo avrebbe certamente affossato il film, facendolo diventare qualcosa di buono, ma normale.

Voto: 8

Commenti

Post popolari in questo blog

Le spose di Dracula di Terence Fisher (1960)

Unbreakable Kimmy Schmidt - Stagione 1

Rambo di Ted Kotcheff (1982)