Snowpiercer (2013)

Corea del Sud, USA, Francia 2013
Titolo Originale: Snowpiercer
Regia: Bong Jooh-ho
Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Kelly Masterson
Cast: Chris Evans, Jamie Bell, John Hurt, Tilda Swinton, Octavia Spencer, Song Kang-ho, Ed Harris, Go Ah-sung, Ewen Bremner, Alison Pill
Durata: 125 minuti
Genere: Fantasy, Azione

La trama in breve: Nel 2031, in un mondo decimato da una nuova era glaciale, i pochi sopravvissuti vivono all'interno di un particolare treno rompighiaccio in cui gli abitanti dell'ultimo vagone sono i più poveri, mentre nella locomotiva vive Wilford, il creatore del treno. La sommossa è sull'orlo di partire.

L'esordio nel cinema di stampo occidentale da parte di Bong Jooh-ho era molto atteso dopo i suoi successi precedenti, soprattutto di critica, nel cinema sudcoreano, dei quali io non ne ho visto nemmeno uno quindi non posso conoscere la sua cifra stilistica. Sta di fatto che al momento dell'uscita della sua nuova pellicola le attese si sono fatte abbastanza trepidanti e pure io ne sono stato contagiato. Un film di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, che mi compare così all'improvviso e mi incuriosisce moltissimo è, forse purtroppo, una cosa che mi capita spesso. Talvolta mi informo prima, altre volte no e in questo caso non l'ho fatto e la sorpresa è stata ancora maggiore.

Il punto di partenza della trama, pur con la sua originalità dal punto di vista dell'ambientazione, è stato molto usato nel cinema e nella letteratura. In poche parole si potrebbe parlare, con un paragone forzato ma nemmeno tanto, di un "Hunger Games" in piccolo. Infatti, laddove in "Hunger Games" gli abitanti dei distretti più lontani da Capitol City sono poveri e maltrattati, così capita a coloro che vivono sul treno nell'ultima carrozza: poveri, parassiti e costretti a subire ogni tipo di angheria da parte di coloro che vivono nelle prime carrozze.

In questa ambientazione il regista è riuscito a creare una storia in cui gli eventi si susseguono in maniera veloce e, per descriverlo per bene, sono costretto a rubare la definizione data da Pensieri Cannibali, ovvero quello di film costruito come se fosse un videogioco in cui, superato un livello, passi a quello successivo. Qui, superate le difficoltà di un vagone e liberato qualcuno dei suoi passeggeri, si passa al vagone successivo. Struttura che io, in fondo in fondo, ho apprezzato e non poco.

Uno dei problemi che mi si venivano a creare nella testa riguardo a questo film era la presenza di Chris Evans, attore che odio, già protagonista ne "I fantastici 4" e nei due capitoli di "Captain America". Di solito la sua inespressività e la sua faccia che denota con chiarezza uno scarsissimo quoziente intellettivo mi creano dei problemi enormi, qui invece, non dico che sia diventato un attorone subendo una trasformazione recitativa quasi ai livelli di quelle di McConaughey, ma quanto meno riesce a cavarsela nel ruolo non semplicissimo che interpreta. Riuscendo anche a far passare un interessante messaggio morale, che poi, purtroppo, è quasi sempre il solito quando si parla di questo tipo di film.

Voto: 8-


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