Il paradiso degli orchi (2013)

Francia 2013
Titolo Originale: Au bonheur des ogres
Regia: Nicolas Bary
Sceneggiatura: Nicolas Bary, Jérôme Fansten, Serge Frydman
Cast: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Guillaume de Tonquedec, Emir Kusturica, Thierry Neuvic, Mélanie Bernier, Dean Constantin, Bruno Paviot, Marius Yelolo, Marie-Christine Adam, Armande Boulanger, Adrien Ferran, Mathis Bour
Durata: 92 minuti
Genere: Commedia

La trama in breve: Benjamin Malaussène è un capro espiatorio, cui il direttore del grande magazzino in cui lavora dà sempre la colpa per le lamentele dei clienti, che spesso vedendolo maltrattato sono mossi da pietà e ritirano la lamentela. Nel centro commerciale presto inizieranno ad esplodere delle bombe, per le quali il primo indiziato sarà proprio Benjamin.

Ci sono film che guardo perchè li voglio assolutamente vedere, ci sono film che guardo perchè poi possa divertirmi a spernacchiarli su questo blog, poi ci sono film che guardo magari in streaming dopo una partita della Juve in Europa League e li cerco apposta abbastanza corti visto l'orario tardo. Ovviamente oltre alla breve durata ci deve essere una certa dose di curiosità riguardo ad un film da cui non sai benissimo cosa aspettarti, la cui visione potrebbe regalarti delle piacevoli sorprese. A volte le sorprese sono folgoranti, altre volte puzzano di letame, altre ancora ti lasciano indifferente.

Innanzitutto il film è tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Pennàc, scritto nel 1985, che, manco sto più a dirlo ormai, non ho letto. Forse per poter recensire bene questo film dovrei conoscere il libro, invece purtroppo è una lacuna che mi porto dietro e della pellicola bisogna parlarne comunque. E, visto il film, il romanzo di Pennàc potrebbe essere un recupero molto interessante alle mie letture, che in questo periodo si stanno barcamenando tra "La biblioteca dei morti" di Glenn Cooper e il recupero di "Divergent" che voglio finire prima di vedermi il film. Inutile dire che il livello va un pochino alzato. Ma giusto un pochino.

Di questo film mi sono piaciute particolarmente due cose: il protagonista, Benjamin Malaussène, che si barcamena tra un lavoro umiliante ma necessario (quello di capro espiatorio in un grande magazzino) e la sua famiglia sgangherata, composta da molti fratelli e sorelle, con una madre sempre in giro ad innamorarsi e con padri che non si sa bene chi siano. In questi due fronti la sceneggiatura del film riesce a mostrarci molte ed interessanti trovate comiche al limite della follia e dell'ironia pungentissima che ultimamente si vede molto nelle commedie francesi.

Tra le altre cose la pellicola riesce bene a barcamenarsi tra diversi generi: quello della commedia si rivela essere il principale, ovviamente, ma riesce anche a mostrare una componente thriller molto leggera, ma interessante, che non si prende mai sul serio fino in fondo e che in questo suo modo di essere leggero ed irriverente riesce ad essere molto coinvolgente. Piacevole dunque vedere come una visione post-partita della Juve in Europa League, in cui cerco di proposito un film non troppo lungo vista la tarda ora, si riveli assai piacevole e coinvolgente.

Voto: 7

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